lunedì, giugno 04, 2012

“Non puoi colpevolizzarla. Non ha colpe e lo sai”.
Già, lo sapeva anche lui che su questo punto avevo ragione.

Gli rimaneva l’amaro in bocca, perché gli era sembrata abbastanza surreale la scena.
“All’inizio della vostra storia, per poco non vi lasciavate perché lei pensava che quando scrivevi le tue canzoni non ti rivolgessi a lei, ma a un’altra persona. Ricordi? Tu le dicesti che non poteva farsi i film in testa.
Forse questa volta sei tu che vai oltre e travisi la realtà.”

Vedevo che era un po’ nervoso.
Cercavo di farlo ragionare, di riportarlo con i piedi per terra.
Capivo che finire una storia, anche se durata poco, non è mai facile, ma stavolta mi pareva davvero esagerata la sua reazione. Mi aveva detto che quella ragazza gli piaceva, che all’inizio aveva fatto di tutto per lei, ma che si era reso conto non essere la donna giusta per lui. Anche lei da quel che capivo non aveva sentito quel qualcosa in più sbocciare dentro.
Me l’aveva detto poco prima che si lasciassero. E si erano lasciati in ottimi rapporti, o così sembrava.

“Lei può fare quel che vuole, vedere chi vuole e uscire con chi le pare e piace. Non siete assieme” Glielo dissi schietto.

Lui lo sapeva, ma vederli assieme, dopo così poco tempo dalla fine della loro storia gli era sembrato la chiusura di un cerchio, quel pezzo che mancava. Il tratto che fa più male.
Anche se non era scattata la scintilla che entrambi si aspettavano, saperla già con un altro ragazzo, con cui aveva avuto una storia in precedenza, lo faceva stare male.
In cuor suo sapeva già come sarebbe andata a finire. Già li vedeva mano nella mano. Lui era così: andava sempre tre passi oltre.

“Magari sono usciti così tra amici. E non è che per forza lo stava rivedendo quando stava con te. Forse sei un po’ ingiusto con lei quando pensi questo.”
Sapevo che era quello il punto dolente, il sentirsi sostituito in così poco tempo, come se nulla fosse stato.
Lui stava già pensando che per rivedersi subito dopo la fine della loro storia, qualcosa ci fosse già prima, quando ancora loro si frequentavano. Per questo si sentiva preso in giro da una persona che comunque riteneva importante.

Mi faceva tenerezza e in parte capivo la sua delusione.
Una volta mi era capitato di trovarmi in quella stessa situazione, a ruoli invertiti. Ero tornato con la mia ex, lasciando una ragazza fantastica, che però non amavo. E sapevo che quella ragazza aveva davvero sofferto quella situazione, perché si era sentita usata da me.

“Non è la prima volta che lasci o vieni lasciato. Ci sei già passato diverse volte e sai bene come funziona.
Fidati, lasciala andare. È meglio per entrambi. Se non eravate innamorati, lasciatevi stare.”
Poi per tirargli su il morale gli dissi “E poi dai, a te le ragazze non sono mai mancate! So già che ti consolerai presto”.

Mi sorrise. Avevo fatto breccia nel suo orgoglio di giovane uomo ferito.

“Mi spiacerebbe perderla come amica” mi disse. “Non ero innamorato di lei, come invece credevo all’inizio. Eravamo troppo diversi. Ma è una ragazza con cui mi sono trovato bene e che mi ha aiutato. E poi era decisamente bella!”

Si accese una sigaretta.

“Dopo queste due ultime storie, qualcosa è cambiato. Forse sto invecchiando, ma sento oggi più che mai di volere una persona con cui costruire qualcosa di serio.”

“Beh, se la smetti di essere così rompipalle e incontentabile quando stai con una ragazza, forse ce la fai anche” continuai io, mentre appoggiato alla ringhiera del terrazzino di casa sua, guardavo negli occhi il sole, in un tramonto estivo decisamente riuscito.

“Già..hai ragione.. Sai cosa? Dovrei trovare una compagna, o un passatempo, al mio io ipertrofico, così da lasciarmi in pace e permettermi di godere la vita con una ragazza, senza avere in testa questo assillo che rovina tutto.”

Nessun commento: